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VillaggioM  nasce in occasione di un workshop organizzato dall’Ordine degli architetti di Torino e dalla fondazione OAT  con la sponsorizzazione tecnica dell’azienda Gandelli House. Lo scopo vede nella risposta immediata di alloggi in caso di catastrofe naturale uno degli aspetti salienti del problema. Il lavoro si svolge in sinergia con l'amministrazione municipale di Torino e con la protezione civile con l'intento di organizzare e guidare il cittadino prima, durante e dopo un probabile evento catastrofico che nello specifico si bassa sulla previsione di uno scenario in caso di rottura parziale o totale dello sbarramento della diga del Moncenisio, determinando  il potenziale coinvolgimento di aree urbanizzate tra cui la città di Torino. La scelta di affrontare un‘emergenza è un fatto prima di tutto politico. Sono le amministrazioni locali che in maniera preventiva dovrebbero deliberare in merito alla scelta di aree dove alloggiare i cittadini, i comportamenti da assumere in situazioni estreme e all’individuazione di tipologie abitative di carattere provvisorio. Nel caso specifico torinese la scelta dell’area per alloggiare Villaggio M ricade all’interno di una vasta zona che va sotto il nome di Colonnetti. Sulla base della dimensione dell'intera area prevista dalla protezione civile sono state  ipotizzate tre configurazioni urbanistiche relative a 1000, 5000 e 8000 abitanti, utilizzando gli standard urbanistici  previsti in regime di emergenza di 20mq/ (a  fronte dei 25mq/a in situazioni normali). Dopo una verifica della configurazione ottimale per il mantenimento di una elevata qualità abitativa degli spazi di 5000 abitanti si è strutturato un impianto urbano composto di alloggi e servizi necessari come parcheggi e strade di accesso dei mezzi di soccorso. Sono stati previsti anche i sistemi di allacci per elettricità, e gas metano direttamente posti all’interno dei diversi lotti.

 

VillaggioM  è concepito come un complesso urbano a sviluppo orizzontale composto da case a patio, che seguono la tradizionale tipologia residenziale mediterranea e da una serie di vuoti come piazze, percorsi, piste ciclabili, verde pubblico e vasche d’acqua  Quest'ultime, oltre ad assumere un significato estetico svolgono il compito di recupero di acqua piovana per convertirla, attraverso un impianto di depurazione, in approvvigionamento idrico domestico  o in un sistema di irrigazione per le zone verdi del villaggio. La corte interna di ciascun modulo abitativo M1-2-3, tipico elemento architettonico legato alla tradizione architettonica italiana, si trasforma in un importante strumento bio-climatico, oltreché assumere il ruolo di spazio verde interno alla casa.

Attraverso il sistema di doppio scorrimento di pareti vetrate e panelli frangisole (in senso orizzontale e verticale) è possibile ottenere uno spazio concepito come un giardino d'inverno, in grado di distribuire il calore del sole all'interno dello spazio durante i periodi freddi. Al contrario il sistema di frangisole (in copertura e parete) può garantire una ventilazione naturale ottimale durante i periodi caldi.

 

Il Modulo M1-2-3 si presenta come un sistema modulare flessibile e adattabile a diverse forme, dimensioni e colorazioni. Il sistema di aggregazione delle diversi moduli residenziali è affidato alla richiesta dell'utente e può soddisfare un’esigenza spaziale a partire da una dimensione di 25mq per una o due persone, sino ad arrivare a coprire una dimensione utile ad una famiglia composta di 6/7 persone.

Alla duttilità dell’impianto urbano si aggiunge una flessibilità funzionale e strutturale. La costruzione è infatti composta di pannelli in legno autoportanti lamellari (metodo xlam) di 60 cm di larghezza, ciò consente la possibilità di realizzare la struttura in parziale auto-costruzione. Anche la superficie interna della casa è flessibile. Nella fascia centrale si dispongono i servizi e i disimpegni, mentre la zona notte e giorno affaccia direttamente sul patio. Il modulo base autoportante misura  3,80 x3,80m , ma è possibile raggiungere la dimensione di 1000 mq attraverso l'aggregazione di più moduli, utilizzabili anche come strutture pubbliche, spazi polifunzionali e istituzionali in genere.

La casa è completamente autosufficiente dal punto di vista energetico e impiantistico. Attraverso la disposizione di una serie di impianti come ad esempio, una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana dalla capacità minima di 2000 litri, un sistema di tappeti riscaldanti adattabile alle diverse dimensioni e un kit solare fotovoltaico per la produzione di energia elettrica a 220V, è possibile disporre ModuloM anche in zone non servite dalla rete elettrica, idrica e termica senza dover rimpiangere le  qualità prestazionali  di un sistema impiantistico tradizionale. All’occorrenza è possibile prevedere una zona relax che affaccia direttamente sul patio, composta di vasca idromassaggio e un angolo palestra attrezzi sportivi


Anno 2013

Progetto: Anna Rita Emili

Ingegnere: Barbara Pellegrino

Collaboratori: Gabriele Coccia, Ilaria Zelli

Foto: Emanuele Piccardo

Appaltatore: Gandelli Legnami (Torino), Palladio Spa (Treviso), Sicher srl (Roma)

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