SPAZIO DOUBLE FACE
La rotazione è un movimento perpetuo. Le diverse condizioni spaziali che genera nascono e finiscono in un punto. Quello stesso punto che diviene il perno attorno al quale si definisce uno spazio in cui non esiste una fine né un inizio, in cui non esistono gerarchie spaziali, in cui tutto vive all’interno del diametro generando una complessità frattale inclusiva, introversa, comunque infinita, comunque sempre diversa. Evoluzione-rivoluzione, come moto generato da circonferenze complementari, afferma Vasarely confrontando due sistemi di rotazione: il primo egocentrico genera uno spazio fermo, stagnante, richiuso su se stesso, l’altro invece, ruotando attorno ad un perno, determina una condizione di apertura, di esplosività verso l’esterno.
Nel nostro progetto, che prende spunto dal secondo sistema, la rotazione si interrompe nel momento in cui appaiono condizioni spaziali estreme, contrastati, caratterizzate da termini come centrale-longitudinale, simmetrico-asimmetrico, aperto- chiuso.
Parliamo di un luogo di lavoro di piccole dimensioni (50mq) che attraverso la rotazione di suoi elementi interni (le pareti) può acquisire il caratteri di spazio centrale, utilizzato per videoconferenze-riunioni, oppure di spazio longitudinale nel momento in cui si trasforma in un posto di lavoro per due persone. Al sistema centrale corrisponde uno spazio chiuso, simmetrico, allo spazio longitudinale corrisponde uno spazio aperto e asimmetrico.
Il nostro interesse è rivolto dunque allo spazio interno, tralasciando il problema legato al tema dell’involucro, che nel caso specifico si caratterizza come un sistema di pareti in legno o acciaio leggere e facilmente trasportabili. Un involucro con aperture che si pongono come divisione tra la superficie della copertura e la pelle stessa.
Alle pareti interne viene applicato il tema della nostra ricerca, il movimento. Pareti interne di 60/70cm di spessore che si caratterizzano come dei volumi, piccoli contenitori double-faces di oggetti di arredo: tavolo, lavoro, computers, sedie, schermo, telefoni, libreria, luce ecc che attraverso un sistema di scorrimento possono caratterizzare spazi, a seconda delle necessità. Un'unica parete volume rimane fissa per consentire la collocazione di un bagno che contiene un water e un piccolo lavabo.
Questi elementi di arredo, che assumono illusivi caratteri di bidimensionalità disegnano la parete. Grandi segni neri in una parte bianca traslucida (parete di vetro sabbiato o di laminato metallico satinato), che attraverso il movimento (di scorrimento o di rotazione) creano dei particolari effetti optical. La struttura in acciaio è caratterizzata da nove pilastri circolari di diametro di 12 cm, che assumono il ruolo di perni di rotazione del sistema, oltrechè di elementi di sostegno della struttura. E’ possibile trasportare con facilità le pareti double-faces così come appaiono, senza necessità di smontarle, una volta fatte scivolare sui pilastri.
Year: 2001
Architect: Anna Rita Emili